Felicità e consapevolezza

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Quando ci accade qualcosa di bello bisognerebbe imparare a fermarsi per ascoltarlo, per assaporarlo, viverlo e per sussurrargli con tutto l’amore possibile: «Grazie». Ormai sembra che nessuno abbia più il tempo per meravigliarsi, inorridirsi, commuoversi, innamorarsi, stare con sé stessi. 

Le scuse per non fermarci a chiederci se tutto questo correre ci rende veramente felici sono migliaia e, se non le troviamo siamo bravissimi a inventarle. Dopo quasi vent’anni vissuti in competizione con la velocità della luce, dove il mio essere una donna multi-tasking con l’entusiasmo di un just in time efficace ed efficiente non ha sedato la mia domanda: «Posso dire di essere felice?». La mia risposta è stata: «Cos’è la felicità?». Lo so non sta bene rispondere ad una domanda con un’altra domanda ma è da quella domanda che il mio primo vero viaggio è iniziato: il mio viaggio interiore. È in quel viaggio, intessuto di introspezione, che ho compreso che non è mai troppo tardi per intraprendere un nuovo progetto. Come dice il grande maestro Tiziano Terzani: “Ciò̀ che è fuori è anche dentro; e ciò̀ che non è dentro non è da nessuna parte. Per questo viaggiare non serve. Se uno non a niente dentro, non troverà̀ mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé”. 

Il viaggio interiore non finisce mai, ma il suo tragitto regala fondamenta solide su cui puoi costruire una casa molto speciale.

E così, dopo molti anni, con fiducia mi sono messa all’opera e ho deciso di far uscire il mio sogno dal suo cassetto. Posso dire di essere felice? Sì perché ho costruito la mia casa, l’ho costruita dentro di me ed ora sono pronta a scegliere la mia casa  in cui abitare e trasformare i metri quadrati in felicità.

Selina Martinello